Santa Maria al Monte a Forio: una chiesa di pietra tra le chiese di Ischia
Fra le chiese di Ischia, un discorso speciale merita la storia di Santa Maria al Monte.
D’Ascia, nella sua monografia del 1867 riporta la news secondo cui la chiesa di Santa Maria al Monte doveva essere costruita da Sebastiano Sportiello nel 1596 per espiare un omicidio.
Alla famiglia Sportiello si deve pure l’edificazione della chiesa di S. Carlo, un altro esempio di architettura rurale che sulla facciata rivela molte affinità proprio con la chiesa di S. Maria al Monte. Sulla base delle testimonianze di alcuni dei discendenti di tale famiglia, D’Ascia narra che i fratelli Sportiello (Andrea, Sebastiano e Vito Nicola), che erano ricchi possidenti di Salerno, scapparono a Forio in seguito all’uccisione del vescovo della città; in penitenza, vennero costretti a far costruire ben due chiese distanti l’una dall’altra.
Nel 1982, D’Arbitrio e Ziviello, avanzarono l’ipotesi che la chiesa fosse stata costruita dalle popolazioni locali quando gli insediamenti rurali si espansero anche nei territori montuosi. S. Maria al Monte, edificata in una posizione strategica, diventò un punto di riferimento per i contadini insediatasi in quelle aree, assolvendo ai bisogni religiosi, sociali e pratici.
La chiesa esercitava infatti non solo la funzione di luogo di culto rivolto a valorizzare le tradizioni religiose del popolo, ma anche di posto di aggregazione, incontro e di raccolta nei casi di pericolo.
Intorno al 1930 la chiesa fu abbandonata ed usata come ricovero per animali e per deposito di legname sino a che, per volere di un ex monaco facente parte dell’eremo di S. Nicola posto sul monte Epomeo, venne riaperta e ristrutturata, grazie alle offerte raccolte dei fedeli foriani.
Da allora la chiesa è divenuta meta di pellegrinaggio durante la festa celebrata annualmente il 12 settembre, nella quale viene portata in processione la statua della Madonna.
La leggenda narra…
La leggenda, tramandata oralmente, e registrata nel 1990 a Forio associa questa chiesa ad incursioni piratesche che afflissero l’isola tra il XVI e il XVIII secolo. Si narra che un pescatore foriano durante una tempesta fu spinto sino in Turchia e qui fu catturato proprio dai turchi. Essi, appreso dal pescatore che Forio non era dotata di fortezze o strutture difensive, decisero di avviare un assalto; arrivati nei pressi dell’isola, in cima al monte videro una regina con mille soldati armati e le fiaccole accese. Impauriti, i pirati turchi si fermarono e ammazzarono brutalmente il pescatore, credendo che questi avesse mentito. In memoria di questo evento, gli abitanti di Forio fecero dipingere un quadro per l’altare della chiesa.
La struttura dell’edificio
La chiesa si trova a più di 400 metri sul livello del mare, è situata in un contesto naturalistico molto affascinante e suggestivo, fra boschi e sentieri di montagna; circondata da terrazze, case di pietra e antichi ricoveri di contadini e pastori. In parte scavata nel tufo, la “chiesa di pietra” si può considerare un esempio caratteristico di architettura rupestre. L’edificio ha una struttura molto semplice: il sagrato antistante, molto ampio, possiede delle panchine di pietra e una cisterna enorme scavata nel tufo adibita alla raccolta dell’acqua piovana.
Di estrema semplicità, la facciata è sormontata da una cupola sferica e da struttura a rettangolo con due campane. All’interno vi è un’ampia navata centrale che termina nell’abside e che, sul lato destro, è affiancata da una navata più stretta.
Sempre al suo interno, oltre alla pala d’altare di un artista anonimo che raffigura la Madonna con Sant’Antonio Abate e San Paolo Eremita, questa chiesa conserva un bell’altare ligneo con un paliotto dipinto a motivi floreali, che si può far risalire agli inizi del Seicento, e alcuni residui di affreschi datati intorno al XVII sec. Disposti elegantemente sulla volta.
Certamente è una delle più affascinanti fra le chiese di Ischia, nonché ricca di storia, cultura e tradizioni che, chi si reca sull’isola, non può mancare di visitare.