Personaggi illustri ad Ischia: Pasolini
“Sono felice” scrive Pier Paolo Pasolini alla finestra di una stanza d’albergo in cui alloggiava, sull’isola di Ischia.
Siamo nell’estate 1959 e per conto della rivista “Successo“, Pier Paolo percorre le coste italiana al volante della Fiat Millecento realizzando così quella conosciuta come “La lunga strada di sabbia”, il reportage sull’Italia fra cambiamento e tradizione, la vacanza borghese e i residui di un difficile dopoguerra. Il testo, di enorme bellezza, continua a stupire per la sua poesia e profondità. “La lunga strada di sabbia” fu pubblicato sulla rivista periodica “Successo” nelle uscite del 4 luglio, 14 agosto e 5 settembre 1959. Lo scritto poi appare nel 1998 sul volume Pier Paolo Pasolini: Romanzi e Racconti, edito da Mondadori.
Da poco il fotografo Philippe Séclier ha ricreato il percorso di Pasolini aggiungendo alle tappe i suoi scatti fotografici e raccogliendo altro materiale documentario. Il suo libro rivede il titolo originale e viene pubblicato da Edizioni Contrasto.
Il fotografo Séclier rifacendo il percorso di Pasolini arriva anche sull’isola di Ischia, nella quale trova, presso l’albergo ischitano nel quale aveva già soggiornato Pasolini, alcuni manoscritti autografi del grande scrittore.
Dalle parole del poeta
Scrive Séclier che ad Ischia si reca all’albergo in cui Pasolini ha soggiornato. Però, l’hotel dopo tanti anni è in stato di abbandono. Il primo piano è quasi completamente distrutto anche se alcune cose ricordano ancora i tempi che furono: una chiave inserita ancora nella sua serratura su di una porta aperta che dà in una stanzetta ormai sfasciata, i mobili sono polverosi, si intravede una valigia e vari manoscritti sparsi sul pavimento che sembrano proprio aspettare il fotografo… vi si legge l’intestazione dell’Hotel di Ischia e le impressioni che Pasolini scrive dalla sua stanza guardando il panorama dalla finestra. Il poeta osserva il meraviglioso silenzio che lo circonda nella camera d’albergo a soli cinque minuti da quello che lui definisce un grosso monte verde con qualche casa modesta. Quel giorno piove e il ticchettio della pioggia si fonde con le voci lontane e indistinguibili. Il balconcino che ha davanti, è lucido di pioggia e l’aria soffia fresca. Si respira un senso di grande pace ma anche di avventura; sensazioni, dice Paolini, che oramai la vita offre tanto raramente. È un luogo dove sembra di essere sempre stati, come i luoghi a lui cari quali il Friuli, l’Emilia e la Carnia. Soltanto di tanto in tanto qualche voce nelle vicinanze gli ricorda di essere al Sud. Pasolini si aspetta qualcosa di stupendo come quando si aspetta qualcosa quando si è ragazzi per il primo giorno di villeggiatura l’estate eterna che si ha innanzi.
Il percorso
Il percorso di Pasolini ad Ischia si sviluppa lungo il suo circuito ed ha come punto di inizio, Casamicciola e si reca subito a Porto d’Ischia, in cui si scontra già con la realtà differente nel comunque limitato contesto territoriale dell’isola dove annota amaramente che la pace di Casamicciola è come un sogno ma Porto d’Ischia è una città in cui vicoli, vie e lungomari sono scintillanti ma “la gente è un fiume”.
A Lacco Ameno cerca la presenza di personaggi celebri e chiede proprio di Luchino Visconti, il quale poi lo porta in giro per l’isola, vantandosi con compiacimento di essere stato uno dei primi a scoprire l’isola ben quattordici anni fa. Da questa affermazione nascono le riflessioni di Pasolini sul fatto che Ischia sia un luogo dolcissimo, in cui si vive senza alcuna fatica.
Riprendo la sua corsa Pasolini scrive anche di Forio celebrandone il sole, il bianco accecante e, all’interno, l’Epomeo. Quando giunge a Panza stanno preparando archi di lampadine e luminarie tra le case di questo paese privo di villeggianti, quasi beduino, come dice lui.
Poi ecco che, fuori dal mondo, appare Sant’Angelo. Qui la strada vera finisce e diventa un sentiero che si apre su uno spiazzo sotto al quale si nota uno strapiombo, la lingua di sabbia e un mucchio di casette. Qui finisce il suo soggiorno nell’isola.