L’ingresso di Agharti ad Ischia: il mito che diventa realtà

Agharti è definibile come il regno del mistero, soprattutto perché il termine stesso significa “l’inaccessibile”.
Agharti ci porta a chiederci se tutti i racconti con cui siamo stati cresciuti e con cui siamo venuti a contatto nel corso del tempo siano o meno stati scritti perché a conoscenza di un mondo nascosto ai più.
Fino a quando Agharti non fu scoperta, nessuno avrebbe mai pensato che, al di sotto dei propri piedi, delle strade percorse, delle città e anche di monti e deserti, ci fosse un’intricata e labirintica rete di gallerie e di cunicoli.
Secondo alcuni ricercatori questi sarebbero stati realizzati da un’antica civiltà, precedente alla nostra, affermazione derivante dal collegamento funzionale e l’ordine preciso derivante da questo mondo misterioso.
A questo punto vi starete sicuramente chiedendo cosa Ischia c’entri con Agharti, ebbene, l’isola in questione c’entra per via della supposizione che ci sia uno dei diversi ingressi per questo mondo.

Il Monte Epomeo e l’ingresso ad Agharti

La leggenda di Agharti, in generale, si ricollega a quella della Terra Cava, cioè alla leggenda secondo cui nel sottosuolo del nostro pianeta vi sarebbero altre superfici, le quali, a loro volta, perfettamente abitabili e, soprattutto, accessibili da diversi ingressi, uno dei quali si trova proprio sul Monte Epomeo.
Per capire la ragione di questa credenza occorre prima conoscere l’origine dell’isola di Ischia e del suo monte più alto.
Ischia è un’isola vulcanica ed il Monte Epomeo è un enorme blocco di tufo fuoriuscito dalle viscere della Terra ben 55 mila anni fa, a seguito di un’eruzione, ed è per questo che nel tempo si diffusero alcune leggende che fungono, invece, da prova e pretesto per visitare l’Isola e, in particolare, il suo Monte attraverso un’escursione che non è solo questo ma diviene qualcosa di magico.
La prima volta in cui si è parlato dell’ingresso di Agharti ad Ischia era il Medioevo e lo fece il vescovo Corrado di Querfurt, un potente rappresentante della chiesa che, in una comunicazione epistolare fitta e concitata, raccontò di come fosse riuscito ad entrare in una città misteriosa posta sottoterra da cui però dovette scappare per via di numerosi guardiani armati di archi e frecce fatti, però, di sola aria, come i migliori film fantasy ci insegnano.
Nelle sue lettere il vescovo descrisse questi guardiani come le anime dei penitenti in cerca di perdono.
A sostegno delle affermazioni del vescovo, quasi 400 anni dopo, arriva la constatazione dello scienziato Giulio Iasolino, il quale, in visita ad Ischia, constatò la presenza di diverse e numerose grotte, ben in linea con la possibilità che queste nascondessero un qualche mistero.
Alla fine dell’Ottocento, inoltre, lo scrittore danese Bergsøe raccontò, in una delle sue novelle, di un re saraceno che, inseguito da soldati cristiani sull’Isola di Ischia, si rifugiò nei pressi di una roccia che però ne causò la scomparsa dopo l’emissione di ben tre suoni da parte della roccia.
Se queste tre figure o queste tre “prove” non bastano a convincervi della magia che avvolge il Monte Epomeo, sappiate che anche Hitler ed i Nazisti andarono alla ricerca del regno di Agharti, recandosi proprio ad Ischia.

Monte Epomeo, terra cava ed Hitler: ecco la storia

La ricerca del regno di Agharti e quindi le leggende a questo annesse hanno influenzato anche Hitler che, durante il secondo conflitto mondiale, in quanto amante dell’esoterismo e delle civiltà ancora più evolute della civiltà umana, scelse di cercare gli ingressi per questo mondo.
Le truppe tedesche vennero quindi mandate a Ischia dove cercarono l’ingresso per Agharti sul Monte Epomeo, partendo in particolare dalla grotta di Mavone, oggi è inaccessibile per via di un grave terremoto, per poi continuare il percorso per la grotta del Mago, oggi accessibile solo in alcune aree.
I loro sforzi, però, non vennero ripagati e, ad oggi, visto cosa la storia ci insegna, ne siamo forse grati perché avrebbero potuto facilmente rovinare anche una leggenda bella come quella di Agharti, così come hanno rovinato simboli antichi ed esoterici come la svastica da loro privata del suo reale significato per donarle un’accezione negativa che ci portiamo dietro ancora oggi.
Oggi chiunque scelga la bellissima isola di Ischia non può fare a meno di sentir parlare delle Grotte di Mavone e di quella del Mago perché protagoniste di storie e miti, tanto che la grotta del Mago viene definita da alcune leggende come luogo di origine della specie umana.
Alla fine di tutti questi miti, leggende e quindi di questa vera e propria magia, qual è, dunque, la realtà degli scienziati? 
Gli studi moderni ci dicono che la Terra non può essere né piatta e né cava, sarebbe dunque inutile continuare a cercare eventuali ingressi al centro della Terra e che, dunque, non vi è alcun ingresso per Agharti ad Ischia.
Ma, al di là di queste spiegazioni, Ischia e l’Epomeo sono talmente affascinanti che vale la pena recarvisi, Agharti o meno!

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