Il terremoto ad Ischia nel 2018: solo un brutto ricordo
Vi sono bellissime località di vacanza in cui la natura offre tutto il meglio di sé ed evidenzia tutte le sue bellezze, sotto forma di paesaggi di montagna oppure di mare. Tuttavia, alcune volte, può capitare che questa natura passi dall’essere madre a matrigna e che si mostri meno benefica. È il caso, ad esempio, dei terremoti, eventi improvvisi e terribili, che possono colpire intere aree e procurare devastazioni e drammatiche conseguenze sociali ed umane.
Una di queste magnifiche località, tuttavia soggetta di tanto in tanto ad eventi sismici è Ischia. La sua storia, così come quella della regione Campania d’altronde, nel corso dei millenni, è costellata di vari terremoti ed eruzioni, che hanno colpito le popolazioni che vi abitavano ed influenzato il corso degli eventi sull’isola. Partendo quindi dal recente terremoto ad Ischia nel 2018, ripercorriamo la storia sismica di questa località, cercando anche di capire le motivazioni alla base di questa attività geologica.
Gli eventi sismici avvenuti nel 2018
Durante questo specifico anno, due sono stati gli eventi principali registrati sull’isola. Il primo, l’8 Agosto, intorno alle ore 10 del mattino e che ha toccato la magnitudo di 2,5, con epicentro intorno a Casamicciola Terme. Fortunatamente non si sono registrati danni a persone o cose. Il secondo sisma, invece, è avvenuto il 9 Dicembre e si è sviluppato con tre piccole scosse in successione, di cui la più forte è stata di magnitudo 1,3, il cui epicentro si è individuato nella parte sud-ovest della località ischitana.
Episodi sismici ed eruttivi nella storia dell’isola
Eventi geologici catastrofici (e quindi terremoti ed eruzioni vulcaniche) di varia entità si sono registrati nel corso dei millenni, sin dai tempi in cui questa era una piccola colonia greca. Tali residenti greci furono tuttavia costretti ad andar via dopo l’eruzione del Monte Rotaro nel 600 a.C. e lo stesso fecero i Siracusani (che avevano sostituito i primi sull’isola) intorno al 470 a.C. Anche sotto il dominio romano attività eruttiva e sismica si alternavano. L’ultima grande eruzione si ebbe poi nel 1302.
A livello di terremoti, invece, ve ne sono stati diversi e di varia entità, anche recenti. Quelli più catastrofici a livello di danni materiali e vittime sono avvenuti nel Marzo 1881 e nel Luglio 1883. Il primo evento (ipotizzato intorno al 5° Richter) colpì soprattutto la zona di Casamicciola e causò complessivamente la morte di 129 persone ed il ferimento di un centinaio. Il secondo evento, sempre nella stessa area e con la medesima intensità, provocò oltre 2300 morti e 750 feriti, con ingenti danni materiali in buona parte dell’isola.
e causò complessivamente la morte di 129 persone ed il ferimento di un centinaio. Il secondo evento, sempre nella stessa area e con la medesima intensità, provocò oltre 2300 morti e 750 feriti, con ingenti danni materiali in buona parte dell’isola.
L’ultimo evento tragico ad Ischia è avvenuto nell‘Agosto del 2017, quando essa venne colpita da un sisma di magnitudo 4 e sempre in prossimità di Casamicciola. Oltre alle pesanti conseguenze sugli edifici, con crolli e vari danneggiamenti, il terremoto ha provocato la morte di 2 persone ed il ferimento di 42. Considerando il periodo in cui esso è avvenuto, in piena stagione turistica, l’evento ha causato, oltre a perdite umane e conseguenze sociali, danni di natura economica.
Possibili cause dell’attività geologica
Secondo recenti studi, approfonditi a seguito dell’evento sismico del 2017, la causa dei terremoti sull’isola ischitana è da imputare al carico che esercita il Monte Epomeo sulle rocce sottostanti, che sarebbero meno rigide e con un comportamento più duttile. Queste, situate ad una profondità di circa due chilometri, provocherebbero così anche il lento ma graduale abbassamento dello stesso monte. Infatti, proprio il sisma del 2017, ha fatto registrare uno sprofondamento del suolo nella zona colpita di circa 4 centimetri.
Ricordiamo, inoltre, che l’isola non solo evidenzia una certa fragilità del suolo (come attestato dalle diverse frane che si sono succedute nel corso dei secoli) ma rientra anche nell’area vulcanica flegrea. Non trascuriamo il fatto poi che Ischia, assieme al Vesuvio e ai Campi Flegrei, è considerato un vulcano geologicamente attivo, nel senso che esso ha registrato una certa attività nel corso dei secoli.
Se a questo aggiungiamo il fatto che gli eventi sismici avvengono spesso a livello superficiale, in pratica non maggiore di 5 chilometri di profondità, si può comprendere come i danni riscontrati siano piuttosto localizzati ma purtroppo più devastanti, nonostante l’intensità dei terremoti non sia molto elevata.